mercoledì 31 luglio 2013

Fernand Mondego

Innamorato come Edmond di Mercedes, Fernand Mondego si rivela da subito ostile al giovane marinaio. Egli é cugino di Mercedes, di origini dunque catalane. Prende parte attivamente alla congiura contro Dantes e, sfruttando la sua assenza, riesce a sposare Mercedes.

Léon Riesener, di Eugène Delacroix

Fernand Mondego

La prima volta che vediamo Fernand si trova accanto a Mercedes, che é in attesa di notizie sull´amato. Lui le ha chiesto - non per la prima volta - di sposarla, ma la donna rifiuta con un forte senso di appartenenza al marsigliese. Egli nutre da subito rancore nei suoi confronti, al punto da architettare insieme a Danglars e Caderousse la sua cattura. 
Si viene a sapere, durante la narrazione, che ha agito da doppiogiochista e traditore nella guerra in Grecia: entrato nelle schiere greche con il grado di generale istruttore, tradisce Alí Pasciá causandone la disfatta.


Il Conte di Morcerf

Ritornato a Marsiglia dopo la guerra con il grado di luogotenente generale, sfrutta i soldi ricevuti grazie al suo tradimento per assegnarsi il titolo di Conte di Morcerf. Riesce intanto a convincere Mercedes, la qualo lo spoda e gli dona un figlio, Albert. Dopo le gloriose giornate di luglio del 1830, Morcerf decide di abbandonare il campo militare e dedicarsi alla politica e all´industria. Ecco come lui stesso lo racconta:


"[...] Nominato pari sotto la Restaurazione, partecipai alla prima campagna, agli ordini del maresciallo di Bourmont; potevo dunque aspirare a un comando superiore, e chi sa cosa sarebbe successo se la dinastia primogenita fosse rimasta sul trono! Ma la rivoluzione di Luglio era a quanto pare abbastanza gloriosa per permettersi di essere ingrata, e lo fu con ogni servizio che non datava dal periodo imperiale; dunque mi dimisi perché, quando ci si sono guadagnate le spalline sul campo di battaglia, non si sa come muoversi sul terreno scivoloso dei salotti. Ho lasciato la spada, mi sono gettato nella politica, mi dedico all´industria, studio le arti utili. Nei vent´anni in cui sono rimasto in servizio ne avevo avuto il desiderio, ma non il tempo".

Egli é infatti il primo a ricevere Montecristo, giunto a Parigi sotto l´invito di suo figlio Albert, ed é anche il primo a sentirne interamente la storia. Da nobile, Fernand sembra aver dimenticato le sue nobili origini e fa di tutto per non parlare del suo passato. É Danglars a svelare che non é un vero conte, ma si é autoattribuito il titolo; in un colloquio con Montecristo dice:

"'[...] voi siete un galantuomo, non é vero?'  
'Credo di esserlo'. 
'E per di piú esperto di blasoni?' 
'Un po´'.
'Ebbene, guardate il colore del mio: é piú solido di quello di Morcerf'
'E perché?'
'Perché io, anche se non sono barone di nascita, almeno mi chiamo Danglars'.
'Quindi?'
'Mentre lui non si chiama Morcerf'. [...] Io sono stato fatto barone da qualcuno, e perció lo sono; lui si é fatto conte da solo, e perció non lo é'."


Nel piano di vendetta del Conte, egli é il primo. Infatti convince Danglars ad indagare su quanto accaduto in Grecia - paese da cui proviene Haydée, la schiava di Dantes - e il barone sfrutta le notizie ottenute per non far maritare sua figlia con Albert. Viene istituito un processo per indagare sull´accaduto a Giannina; sembra si arrivi ad un punto di stallo, quando chiede di prendere parola Haydée.
Venuto a sapere che il responsabile della fuga di notizie é stato Montecristo, Albert lo sfida a duello, ma rinuncia a combattere. Fernand decide allora di andare da Montecristo per sfidarlo lui stesso ma, quando durante un confronto verbale scopre che egli é in realtá Edmond Dantes, fugge spaventato e tremante, per poi suicidarsi.

"Cosí, nel momento stesso in cui le ruote del fiacre scuotevano il selciato dell´androne, rimbombó un colpo di arma da fuoco, e un fumo scuro uscí da uno dei vetri di quella finestra della camera da letto, infranto dalla forza dell´esplosione."
 
Assai triste é la fine di Fernand, che riconosce negli occhi del salvatore di suo figlio colui che una volta era suo rivale in amore, e che per quattordici anni é per colpa sua rimasto in prigione.

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